C’è sempre quell’amico che, innamorato di un videogioco particolare, cerca in tutti i modi di farvelo provare ma voi niente: quella “roba”, così come sicuramente la definite mentre parlate con lui, è noiosa, non fa per voi e vorreste tanto che la smettesse di parlarvene in continuazione, anche perché sappiamo tutti come andrà a finire, vero? Lo comprerete, estenuati da tutti quei racconti che fanno sembrare un titolo apparentemente orrendo qualcosa che voi desiderate assolutamente e senza il quale non potete riuscire a vivere.
Quell’amico per me è Paolo e il gioco in questione si chiama SnowRunner, o meglio, il gioco dei camion in cui fai “brum brum” così come lo definivo ogni volta che ne parlavamo assieme: in questo gioco si guidano i camion e la mia vastissima conoscenza di motori e aggeggi che usano i motori per muovere le ruote, SnowRunner non era altro che… niente. Una cosa noiosissima piena zeppa di cose che non avrei capito in cui fare cose estremamente noiose come guidare, guidare e, se proprio non hai niente di meglio da fare… guidare.
Però mi conosco bene: sono esattamente quella persona che ho descritto in testa a questo pezzo, così alla fine ho ceduto e ho preso SnowRunner, anche solo per potergli rinfacciare che io avevo ragione e che il gioco in effetti è quello che pensavo, noia. E invece me lo sono ritrovato in chat a sghignazzare perché era lui quello che ci aveva visto lungo e io, come al solito, quello che non aveva capito assolutamente niente: il gioco dei camion mi stava piacendo, eccome se mi stava piacendo anche se al suo interno si facevano esattamente le cose che mi aspettavo avviando il gioco.
In SnowRunner si guidano i camion, di qualsiasi tipo all’interno di terreni particolarmente difficili in cui è necessario non solo un buon setup del proprio bolide, ma anche una buona gestione di marce, verricelli e della zona che stiamo andando a percorrere così da riuscire a superare tutte le insidie che il gioco ci mette davanti. In cosa si traduca tutto ciò non saprei spiegarlo bene anche perché, se ci penso bene, non lo so nemmeno io: come già detto non capisco niente di motori e stare a spiegarvi cosa sia l’AWD e tutti quei tecnicismi necessari ad avanzare all’interno del gioco è sicuramente tempo perso.
Divertente in modo strano
La cosa più tecnica che posso dire è che quando si accende una cosa che si chiama differenziale le ruote girano in maniera diversa e si sprigiona una potenza motoria differente che può aiutare a superare meglio terreni particolarmente fangosi. So che tutto quello che ho detto in questa frase è sbagliato ma basta per farsi un’idea di tutto quello che è necessario gestire per riuscire ad arrivare semplicemente dal punto A al punto B. Bello, bellissimo vero? Certo, per chiunque mastichi un po’ la materia o sia semplicemente appassionato di camion e cose che fanno “brum” è sicuramente tutto estremamente bello. Ma per quelli come me che non solo non ci capiscono un’acca e non hanno nemmeno la passione, cosa può offrire SnowRunner?
La risposta è al tempo stesso estremamente semplice e orribilmente complessa perché, a conti fatti, SnowRunner a quelli come me non può dare (e non dà) effettivamente niente. C’è una cosa però che il gioco riesce a fare, in un modo del tutto eccezionale: riesce ad essere un videogioco oltre che un “simulatore”. Vedete, nel corso della mia vita ho giocato (per modo di dire) numerosi titoli simili (perché ai miei amici piace vedermi fallire) e quindi ho giocato Assetto Corsa, Euro Truck Simulator e Grid e in nessuno di questi sono riuscito a trovare quello che ho trovato in SnowRunner.
Perché? Perché se nei tre titoli citati poco fa la difficoltà è data dal forte realismo del gioco e quindi dall’abilità effettiva del giocatore con quei particolari mezzi che il gioco simula, SnowRunner prova a fare la cosa incredibile di porsi a metà strada: se è vero che nella vita vera devo accendere cose come l’AWD o avere copertoni particolari per avere più “grip” sullo sterrato, è anche vero che quotidianamente ho a che fare con un sistema di marce più complesso, con un sistema di motore più complesso, con spie sul cruscotto dal dubbio significato e così via.
SnowRunner invece ti mette di fronte ad un sistema di cambio semplificato, ad indicatori tipici di un videogioco e crea un tipo di difficoltà molto “videoludica” nell’affrontare tutte le situazioni che mi pone davanti rendendo la mia impresa di raggiungere il punto X della mappa non più una semplice sfida “simulativa” ma anche, e soprattutto, una sfida in cui mi diverto e provo soddisfazione in quanto giocatore e non in quanto appassionato di motori. Ecco quindi che posso assolutamente non capire perfettamente cosa diamine sia il differenziale con le ruote storte sull’icona, ma riesco a comprende il suo utilizzo nel videogioco.
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Ecco che SnowRunner riesce ad essere quello che non mi sarei mai aspettato di trovarmi davanti: un videogioco con tutti i crismi e tutti quei canoni tali per cui mi diverte videogiocare. E se oggi dovessi andare da un amico a parlare del gioco dei camion nel fango quello mi riderebbe in faccia ricordandosi quanto io faccia schifo in quei simulatori che tanto decanta ma che sono così poco vicini all’idea di “videogioco” che, almeno per quanto mi riguarda, hanno fallito in partenza.
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